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Immagine del redattoreMatteo Minetti

I borghi della Valle Anzasca - Bannio

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei borghi della Valle Anzasca con quella che ne è sempre stata la "capitale", il magnifico borgo di Bannio.




Bannio, a differenza della maggior parte dei centri della valle , si trova sul lato a sud; una collocazione che condivide con Anzino e non casuale, perché i due paesi si trovano sulla direttrice che collega la Valle Anzasca alla Valle Strona e alla Valsesia attraverso percorsi alpini di grande fascino.


Narra una leggenda che Bannio doveva sorgere in località Gabi di Pontegrande, ma gli abitanti di allora, mentre procedevano ai lavori, si accorsero che un uccellino tutti i giorni cinguettava insistentemente intorno a loro, poi raccoglieva una ramoscello per trasportarlo in uan folta boscaglia nel mezzo di un incantevole pianoro.


I Montanari, colpiti da questo fatto, decisero di seguire il volatile e di costruire la chiesa dove esso depose il mucchio di fuscelli. A ricordo di questo prodigio ancora oggi durante la messa di mezzanotte a natale viene suonato un richiamo che ricorda il canto dell'animale.


Bannio, capoluogo millenario della Valle Anzasca, era già abitata all'epoca dei Romani, come testimonia la necropoli risalente al 100 A.C. e 100 D.C. scoperta negli anni 1953 e 1956, nei pressi delle Scuole Elementari, dallo studioso banniese Michele Bionda. Purtroppo non resta molto della necropoli se non reperti che sono conservati in musei del territorio.


Bannio ebbe sempre una grande importanza amministrativa e commerciale per tutta la valle, essendo lo snodo tra Valsesia e Ossola più diretto.


Purtroppo, incendi dolosi hanno distrutto l'archivio parrocchiale nel 1716 e quello comunale nel 1814 che potrebbero aver contenuto documenti di grande importanza per la storia del territorio.


Passarono poi in possesso del Comune di Novara, entrarono a far parte dei domini dei Visconti nel 1332 e fecero poi parte del Ducato di Milano, anche durante la dominazione spagnola, sino al 1743.


Il Comune della Valle Anzasca, verso la fine del XIV secolo, era diviso in sei degagne: Drocala (ora Castiglione), Calasca, Civola o Ciola (ora San Carlo) e Anzino, Bannio, Vanzone e Macugnaga. Bannio era il capoluogo e la sua chiesa fu la matrice di tutte le parrocchie della valle.


Una data decisiva per la storia della valle fu il 13 settembre 1743, quando per il trattato di Worms, la Valle Anzasca passa al Re di Sardegna Carlo Emanuele III.


Carlo Emanuele IV l'8 dicembre 1798 dovette cederla alla Repubblica Francese, ma il 20 maggio 1814 essa ritornò al Re di Sardegna Vittorio Emanuele I.


Nel 1818 la Valle Anzasca fu staccata da Vognogna ed eretta in mandamento, con sede a Bannio, in frazione Pontegrande.


Dal 1928 Bannio e Anzino, fino ad allora comunità autonome, furono riuniti sotto il comune di Bannio Anzino.

L'abitato principale si stende su un grande pianoro morenico, separato da Anzino dal vallone del torrente Olocchia. Il borgo di Bannio è certamente uno dei più suggestivi di tutta la valle con le sue "strèce", le strade interne come vengono chiamate nel dialetto locale.


Un borgo quasi labirintico in cui si osservano antiche abitazioni e innumerevoli vicoli stupendi per essere visitati.

Appena fuori del centro storico la grande pizza che ospita ben tre chiese, la parrocchiale, l'oratorio di Santa Marta e Quell'o dell'Annunziata. Bannio infatti ospitava ben tre confraternite, una per ogni chiesa. Oggi resta attiva la confraternita del SS.mo Sacramento.


La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo


La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, primiceria della valle e le cui più antiche notizie risalgono al X secolo, al centro dell'abitato di Bannio, testimonia la trasformazione del tempio preesistente, in stile lombardo avvenuta nel 1644, pochi anni dopo l'ultimazione dell'elegante campanile, monumento nazionale e datato 1592.

La struttura originale dell'edificio prevedeva infatti il canonico orientamento a levante dell'abside. Invece nel Seicento su tale lato venne eretta l'attuale facciata, aggiungendo il coro su quello di ponente, con ulteriori modifiche attribuibili al tardo Settecento.

Di notevole fattura è l'altare maggiore, in legno scolpito e laminato in oro, mentre un vero tesoro è conservato in una cappella laterale della chiesa: si tratta di un grande crocefisso in bronzo espressione dell'arte fiamminga del Cinquecento.



Santuario della Madonna della Neve


Dalla Chiesa Parrocchiale, un ombroso viale, fiancheggiato dalle Cappelle della via Crucis, conduce al Santuario della Madonna della Neve dedicato al culto mariano ed espressione della devozione dei Banniesi alla Madonna.


Avendo gli uomini di Bannio e Anzino ottenuto dal Vescovo di Novara di poter ampliare la cappella esistente in modo da renderla atta alla celebrazione della Messa, si iniziò la ristrutturazione della Cappella, terminata nel 1622. La fede dei Banniesi e la bontà della Madonna è testimoniata da numerosi “ex voto” che ornano le pareti del Santuario. Ogni anno al 5 agosto si celebra la festa del Santuario con l’intervento della Milizia Tradizionale.


Albe Soi

Bannio è ricco di numerosissimi alpeggi con panorami unici da apprezzarein tutte le stagioni. Il più raggiungibile, anche in auto, è l'alpeggio di Soi, un luogo di grande bellezza. Qui è possibile trovare l'oratorio di San Bernardo da Mentone assieme al locale ristoro, oppure proseguire verso la Valle Baranca che collega Valle Anzasca e Valsesia.


Colle Baranca da Bannio

L’itinerario segue la vecchia mulattiera lastricata del 1887 che si snoda lungo il corso del torrente Mastallone fino al pianoro dove trova spazio il Lago di Baranca, nel territorio del comune di Bannio Anzino, Valle Anzasca. A questa verdeggiante conca fanno da sfondo alte cime e gli alpeggi dell’alpe Selle dove sorgono un gruppo di baite e i resti dell’eclettica Villa Aprilia.

Anche il colle di Baranca, come molti altri luoghi sulle montagne Ossolane, è intrinsecamente ricco di storia. Questi luoghi, oltre al duro lavoro dei pastori, hanno vissuto anche lo splendore dei primi anni del ‘900, quando questa natura incontaminata diventava luogo di villeggiatura della borghesia torinese. Tra tutte le costruzioni spiccano per singolarità le rovine di Villa Aprilia, abbarbicata su un promontorio a picco sull’erbosa distesa che ospita il Lago di Baranca.

Continua a leggere dell'itinerario su itinerarium.it


Tradizioni - la Milizia Tradizionale

Una delle più belle e celebri tradizioni della Valle Anzasca è quella delle milizie tradizionali, antichi corpi d'armata che oggi compiono ogni anno riti in onore delle feste patronali di Bannio e Calasca. Di recente proprio la Milizia Tradizionale di Bannio ha festeggiato i 400 anni dalla propria istituzione e vi invitiamo a scoprire questa associazione e la sua storia sul suo sito.


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